Il Castello di Levizzano, è elencato tra i possedimenti della chiesa modenese già dal 1026. Venne poi ceduto nel 1038 al marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa. Non esistono, ad oggi, documenti che consentano di avvalorare la leggenda, secondo la quale la torre detta matildica sarebbe stata costruita da Matilde di Canossa.
Verso la metà del XIV secolo, dopo sanguinose lotte tra guelfi e ghibellini, la proprietà venne ceduta alla famiglia Rangoni (famiglia feudataria già titolare del marchesato di Castelvetro) che ne conservò l’investitura fino al 1796. Proprio a quest’ultima si deve la trasformazione dell’area fortificata in un vero e proprio castello.
All’interno, nella Sala dei Vescovi, vi sono pregevoli affreschi cinquecenteschi e il soffitto a cassettoni decorato da stemmi di famiglia. L’imponente torre, detta Rocchetta, domina il complesso dove è collocato il busto marmoreo di Celestino Cavedoni, storico e archeologo numismatico nato a Levizzano.
Dalla corte interna si può accedere al Museo Rosso Graspa, museo del vino e della società rurale tra le due guerre. Vi sono testimonianze fotografiche, attrezzi agricoli, utensili per la vinificazione e manufatti che descrivono la storia della società contadina del territorio. La visita, adatta a tutti i tipi di pubblico, è arricchita da suoni e voci in dialetto locale per immergere il visitatore nel tempo che fu.