Nel giugno 1099 venne posata la prima pietra del Duomo, significativo esempio di arte romanica nel mondo. L’architetto scelto per l’importante incarico fu Lanfranco, come indicato nel manoscritto Relatio de Innovatione ecclesiae Sancti Geminiani. I lavori procedettero in fretta a partire dalle absidi e già nel 1106 si poté traslare il corpo del Santo patrono della città nella nuova cripta, alla presenza di Papa Pasquale II e di Matilde di Canossa, anche questo indicato nel manoscritto appena citato. Tutto l’apparato scultoreo fu invece commissionato a Wiligelmo e ad altri scultori attivi agli inizi del XII secolo; a lui si devono la maggior parte delle sculture collocate sulla facciata e soprattutto le quattro lastre di pietra con Storie della Genesi; all’epoca poste tutte alla stessa altezza così da poter essere comodamente lette dai fedeli, che vi ritrovavano illustrate le storie bibliche. Anche il Portale Maggiore fu decorato dallo stesso Wiligelmo; i leoni stilofori ai lati sono di epoca romana e provenienti probabilmente da un antico sepolcro; l’archivolto è dominato da un’immagine di Giano bifronte, la divinità romana protettrice delle porte. A sinistra del portale maggiore, vi è la scritta che ricorda la data di posa della prima pietra , sorretta dai profeti Enoc ed Elia. Già dalla fine del XII secolo intervennero alla fabbrica del Duomo anche i Maestri Campionesi, che vi restarono sicuramente sino alla metà del Trecento, apportando importanti modifiche di gusto gotico al rosone, alle porte laterali in facciata, alla guglia della Ghirlandina e alla Porta Regia che con il gioco cromatico dei suoi marmi rosati spicca sulla candida parete del Duomo.
La Porta dei Principi, da cui entravano i battezzandi, è affacciata su Piazza Grande e narra la storia del patrono San Geminiano. La Porta della Pescheria o delle Donzelle, sul lato settentrionale nei pressi della torre Ghirlandina, è caratterizzata da due telamoni che dialogano con chi varca la soglia, chiedendo aiuto per sostenere l’enorme peso che li opprime. I nomi derivano dal fatto che nelle vicinanze vi si vendesse il pesce e che presso la medesima porta entrassero le donne per recarsi a messa. Da notare anche le metope, rilievi posti sui salienti del tetto, che mostrano esseri fantastici e mostruosi. Ad oggi queste metope sono copie, poiché gli originali sono stati trasferiti nel Museo Lapidario del Duomo per motivi conservativi. Ovviamente nei secoli vennero fatti diversi interventi, quelli recenti sono mirati a restauri conservativi e sia il Duomo che la Torre Ghirlandina fanno parte, dal 1997, della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelata dall’UNESCO.
All’interno dell’edificio troviamo ed elenchiamo molte importanti opere:
- il pulpito realizzato da Enrico da Campione nel 1322;
- il sepolcro di San Gemignano sito nella cripta;
- la Madonna della pappa, in terracotta policroma realizzata nel XV secolo da Guido Mazzoni;
- l’Altare delle Statuine di Michele da Firenze datato 1442 circa;
- la cappella Bellincini di Cristoforo da Lendinara risalente al 1475 circa;
- il presepio di Antonio Begarelli datato 1527;
- la tavola di San Sebastiano, di Dosso Dossi metà XVI secolo;
- il monumento funebre al vescovo Roberto Fontana, 1652;
- statua lignea di San Geminiano, di manifattura campionese, del primo XIV secolo;
- la Madonna della Piazza, un affresco del Trecento staccato dal fianco del Duomo e così chiamato in quanto originariamente posto su Piazza Grande;
- due acquasantiere ricavate da antichissimi capitelli romani;
- due sculture di Agostino di Duccio del 1442, una Madonna col Bambino in marmo e un San Geminiano che salva un bambino in atto di cadere dalla Ghirlandina;
- la tomba di Claudio Rangoni datata 1542;
- un Polittico con Incoronazione di Maria, Crocifissione e Santi di Serafino Serafini del 1385;
- il leggio seicentesco di legno intarsiato e il Crocifisso ligneo che pende dalla volta, datato metà XIII secolo;
- l’altare maggiore duecentesco, sorretto da sei coppie di colonne e da una maggiore spiralata a rappresentare gli Apostoli intorno a Cristo;
- gli scranni di legno intarsiati da Cristoforo e Lorenzo da Lendinara, nel 1465, siti presso la parete ricurva dell’abside.