La chiesa di Sant’Antonino di Monteforte, documentata dal 1291 e posta tra due rocche fortificate, venne ampliata tra il XIV secolo e XV secolo. Ed è proprio in quel periodo che venne affrescata con un preziosissimo apparato di immagini sacre che si conservano tutt’ora nella zona presbiteriale: la parete di fondo è suddivisa in una serie di riquadri geometrici contenenti, a sinistra, la Madonna con il Bambino seduta in trono, a destra i Santi Antonino e Barbara (nomi scritti a caratteri gotici nella fascia bianca sottostante), in alto, sopra alla monofora, Cristo che sorge dal sepolcro affiancato dal sole e dalla luna.
Nella larga striscia bianca sottostante vi è una scritta, purtroppo mutila, che si può interpretare così: Giovanna di Reno (Renno, località vicino Pavullo) fece eseguire l’opera per la salvezza dell’anima del signore Giovanni di Busana, per il pievano della pieve di Maserno nel 1450 circa.
Nella parete destra del presbiterio raffigura un’Ultima Cena, affresco da considerarsi un unicum nell’Appennino modenese: gli apostoli, i cui nomi compaiono nella fascia bianca sovrastante, sono situati in successione, uno accanto all’altro, in corrispondenza di un lato del tavolo dove all’estremità è presente Cristo.
Al centro della volta a botte troviamo Cristo in mandorla affiancato dai quattro Evangelisti, rappresentati qui non con i loro simboli (Marco-leone, Luca-bue, Giovanni-aquila, Matteo-angelo) ma con ali, seduti su un unico bancale, mostrando i cartigli con i loro nomi.